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Servizio per la Pastorale Giovanile
Arcidiocesi Salerno – Campagna – Acerno

Via Roberto il Guiscardo, 66

84121 Salerno SA

info@pastoralegiovanilesalerno.it

351 518 9861

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Pastorale Giovanile Salerno Campagna Acerno

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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 16-21) Venuta Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 16-21)
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Soffiava un forte vento.
Ed ora sappiamo quanta vita spira alle nostre spalle!
Se la barca si agita è ora di cercare il Te.
Vivo nelle tempeste,in piedi nella battaglia.Vieni in piedi, resta!
Il maestro vive in piedi, in lotta.
Amen...
A cura di don Luigi Piccolo
Dal Vangelo secondo Giovanni (3, 31-36) Chi viene Dal Vangelo secondo Giovanni (3, 31-36)
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Tante volte mi sono chiesto quale potesse essere la differenza tra un credente e chi non crede. È troppo riduttivo rispondere che tutto dipende dalle preghiere (penso che anche chi non crede “dica” le sue preghiere). A chi appartengo? Ecco il punto fondamentale. Non conta se ho 14, 27, 53 o 86 anni, ciò che fa la differenza è sentire di appartenere a Qualcuno. Se appartengo a Dio dovrò “piantare” le mie radici in Lui, avrò ricordi, mi sentirò a casa, avvertirò un senso di protezione. Se appartengo a Dio devo parlare di Lui. Adesso tocca a te… Oggi niente domande, ma un compito… Se appartieni a Dio scegli di parlare di Lui ad una persona che ti sta a cuore.
A cura di don Roberto Faccenda
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3, 16-21) In quel Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3, 16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Amiamo ciò di cui sentiamo il bisogno, ciò che desideriamo e ciò che ci fa bene. Dio, invece, non ha bisogno di niente. Dio ama per il bene dell'altro, non riceve e regala! Non si può immagine più grande dono ricevuto da Dio, se non il suo Figlio...un dono che richiede una risposta da parte nostra: la ricerca nella nostra vita del bisogno di Dio. Cercarlo è trovare la Verità, su noi stessi, su ciò che ci circonda...non si tratta di un bisogno astratto, ma di fiducia  e di amore vissuto. La concretezza delle opere buone che aprono la strada alla Luce.
A cura di don Giuseppe Landi
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15) In quel t Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Nicodemo si meraviglia della proposta di Gesù di rinascere dall’alto. “Come può accadere questo?”. Noi, come lui, ci sentiamo troppo “terrestri” per comprendere le cose “celesti”. Ci vuole uno sguardo diverso e un linguaggio dello Spirito per entrare nella logica nuova di Gesù. Eppure siamo fatti più di cielo che di terra, più di aspirazioni alte che di tensioni basse. La nostra natura è già a misura di cielo. Basta guardarsi dentro e lasciar affiorare quel soffio che ci anima. Forse non sai dove ti porterà… ma ne senti la voce?

- A cura di suor Carmela Pedrini
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1, 3-8) Vi era t Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1, 3-8)

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Nel vangelo di oggi Gesù fa un paragone tra il vento, che non può essere afferrato, e lo Spirito Santo, il quale, proprio come il vento “soffia dove vuole” e quindi è libero di muoversi ed agire come meglio crede.
Nel cristiano, che è nato dallo Spirito, è presente una forza che sfugge alla comprensione naturale e al controllo dell’uomo, proprio come il vento che sfugge al dominio dell’uomo e la sua corsa sembra non sia regolata da nessuna legge. L’uomo che lo Spirito ha generato ad una nuova vita è, al pari del vento, libero di muoversi a suo piacimento. Ma questa libertà di movimento la si vive solo se ci si lascia guidare dallo Spirito di Dio… allora sì che saremo liberi, perché ci muoveremo con Dio.
A cura di don Ferdinando De Angelis
Vi proponiamo una bellissima iniziativa proposta d Vi proponiamo una bellissima iniziativa proposta dalla Parrocchia S.Antonio di Padova (Battipaglia) con l’appuntamento mensile con TALITA KUM. 
Lunedì 12 aprile alle ore 20:00 insieme a CLAUDIA KOLL!
Claudia Koll Le Opere del Padre

#fede #TalitaKum #speranza #parrocchia #battipaglia #discepolato
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 21, 1-14) In quel temp Dal Vangelo di Giovanni (Gv 21, 1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». [...]

Non sono tanto gli occhi della carne che gli permettono di vedere chi fosse quell’uomo, ma gli occhi del cuore che gli danno la certezza che quell’uomo che li ha spinti a gettare ancora in mare la rete è proprio il Signore. Anche quando ti sentì sconfitto, anche quando tutto sembra andare storto, anche ora che abbiamo l’impressione di non uscirne più da questa pandemia ... quel Signore Risorto ti invita di nuovo a gettare le reti in mare, a fidarti di Lui, a lanciarti in quella nuova avventura con Lui perché la tua rete possa riempirsi di nuovo e il tuo cuore gioire, non solo per il risultato concreto ottenuto, ma per quella gioia che nasce dall'incontro con Gesù Risorto!
A cura di don Enzo Serpe
Dal Vangelo secondo Luca (24, 35-48) In quel tempo Dal Vangelo secondo Luca (24, 35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

 Chi o cosa chiudeva la mente dei discepoli? Rileggendo la pagina c’è un elenco simpatico: sconvolti, pieni di paura, turbati e dubbiosi. Questi sono alcuni atteggiamenti che tenevano la mente dei discepoli chiusa, ma il principale indiziato di questa chiusura è: il discepolo stesso. Negli anni vissuti con Gesù, avevano imparato a malapena a “convivere” con i miracoli del maestro, ma tutto questo era oltre la loro possibilità di pensiero, oltre la loro immaginazione. La mente è chiusa quando le viene “raccontato” ciò che non riesce ad immaginare. La Fede è in continuo combattimento con le nostre chiusure di mente e cuore. Adesso tocca a te…quali sono i sentimenti che tengono chiusa la tua mente? Il pensiero di una vita oltre la morte apre a nuove possibilità o chiude la tua mente per l’impossibilità di farne esperienza nell’immediato?
A cura di don Roberto Faccenda
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24, 13-35) Ed ecco, Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24, 13-35)

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. [...]
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

"Non ardeva forse in noi il nostro cuore.."
 I discepoli delusi dalle loro aspettative, si confidano che nel risentire la Parola il loro cuore batteva e il desiderio di ristabilire la conoscenza con il Signore non era del tutto scomparso.
Mai dire mai! Avevano solo bisogno di non affogare nello sconforto dei loro dubbi...e rimettersi in cammino.
Non bisogna spaventarsi quando l'incertezza, anche nella fede, si presenta e sembra portarci altrove...la scrittura ci ricorda che in quell'istante è bastato parlare anche con uno "sconosciuto"... chiudersi in se stessi non è mai la scelta giusta, in quanto nasce l'errore di convincerci di essere soli e incompresi. 
Non lasciamo rubare il dono del dialogo, perché è l'unico rimedio per scoprire la preziosa presenza della comunione tra di noi e in Cristo!

- A cura di don Giuseppe Landi
Dal vangelo di Giovanni (Gv 20, 11-18) In quel te Dal vangelo di Giovanni (Gv 20, 11-18) 
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

“Tu, perché piangi?” … hai anche tu nostalgia di Gesù, delle sue parole che rimettono in piedi, dei suoi gesti che accarezzano il cuore? Hai mai pianto per la mancanza di Gesù nella tua vita? 
Maria di Magdala non si vergogna di versare lacrime per il suo Maestro che non vede più ed è disposta a cercarlo, anche a fare fatica per riprenderlo con sé.
“Tu, chi cerchi?”
Lasciati scavare il cuore da queste domande e poi ascolta dentro di te la voce del Signore che pronuncia teneramente il tuo nome: “Maria!”… “Carla!”… “Luca!”… “Vittorio!”… proprio il tuo nome come nessun altro lo sa pronunciare. Puoi scoprire così anche tu di avere di fronte a te proprio Lui, il tuo Signore e Maestro, il Dio della tua vita. È vivo! È qui! E cerca te!

- A cura di suor Carmela Pedrini
Buona Pasqua ❤️ Buona Pasqua ❤️
📣#GodNews 🤫#3Aprile Silenzio. Non servono p 📣#GodNews
🤫#3Aprile

Silenzio.
Non servono parole.
Tutto è compiuto.
L' amore è versato.
Il sangue scorre.
Il pane spezzato.
La terra ferita.
Il creato attende.
Un Dio uomo, un uomo Dio che parla tacendo, nel sepolcro.
Taci. Contempla. Con Maria aspetta la Vita.

A cura di don Luigi Piccolo.
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